Storie di Malasanità
Errata diagnosi – Muore dopo essere stato dimesso a Locri
12 maggio 2020 – Errata diagnosi così possiamo descrivere il presunto caso di malasanità avvenuto presso l’ospedale di Locri. È la procura di Locri ad aver aperto un’inchiesta sulla morte del 55enne Stefano R., residente a San Luca, le ragioni della morte sono ancora da accertare, ma il decesso dell’uomo, sposato e padre di quattro figlie, è ora al vaglia degli inquirenti. Il decesso è avvenuto nel pomeriggio di martedì 12 maggio, l’uomo in attesa del proprio turno per essere visitato al Pronto soccorso, a distanza di alcune ore da un primo ingresso nel nosocomio locrese.
Errata diagnosi? Analizziamo insieme gli eventi
Il sostituto procuratore Marzia Currao ha disposto il sequestro della cartella clinica e della salma dell’uomo, operaio dell’azienda regionale “Calabria Verde”. Si grida già all’ennesimo caso di Malasanità? sarà ovviamente la procura a confermarcelo. Il decesso, avvenuto per un presunto infarto, è stato infatti successivo alle dimissioni del paziente.
L’uomo si era infatti recato presso la struttura ospedaliera per forti dolori al torace e secondo le prime ricostruzioni fu mandato a casa, poiché le condizioni erano state dichiarate non preoccupanti. Ma già dopo poche ore, l’uomo si è ripresentato al Pronto Soccorso, accompagnato da un familiare, quando, in attesa del proprio turno, si è accasciato a terra battendo la testa.
Sono stati proprio i famigliari ad aver esposto denuncia presso la Procura di Locri, che ha immediatamente aperto un’inchiesta. Restano in corso le indagini.
Ma quanti sono i casi di errata diagnosi in Italia?
Sulle errate diagnosi le statistiche parlano chiaro si è calcolato che nel 2017 siano stati oltre 103.000 le morti evitabili avvenute nel 2014, entro i primi 75 anni di vita, delle quali circa due terzi maschili (66.284 casi) e il restante terzo femminile (37.312 casi). Le cause principali restano ancora oggi errori medici e scarsa prevenzione, dallo stesso studio del 2017 si evince che circa 100 mila italiani si potevano salvare.
Come viene calcolata la mortalità evitabile?
La mortalità evitabile viene calcolata prendendo in considerazione i decessi che potevano essere appunto rimandati, intanto grazie a interventi di prevenzione primaria, come ad esempio seguendo le regole antinfortunistiche sul lavoro, o riducendo il fumo e il consumo di alcolici, facendo una dieta equilibrata e svolgendo attività fisica. Vediamo meglio i dati relativi alle morti evitabili.
L’errore medico rappresenta un’evidente emergenza nazionale. Così è per il 97% degli italiani sulla base dei dati raccolti dall’Eurobarometro, percentuali simili si registrano in paesi come Cipro, Lettonia, Lituania e Polonia. Un altro dato molto interessante è che l’Italia risultata essere anche tra i paesi dove la fiducia nei confronti di medici e sanità é ai livelli più bassi.
Se in pieno coronavirus i principiali quotidiani pubblicavano con stupore l’esorbitante numero di morti al giorno nel nostro paese noi sappiamo che tali cifre non sono affatto nuove (la cifra di 90 morti al giorno, 35 mila l’anno).
Errori medici, errata diagnosi e scarsa prevenzione. Qual è il reale problema del sistema sanitario?
Lo scandalo sul quale dovremmo invece indignarci è questo: che non ci sia una seria indagine nazionale che fotografi quanti e quali sono gli errori che si commettono in ospedale, e quali danni producano. Perché il rischio c’è, ed è grave, ma per affrontarlo occorre innanzitutto conoscerlo bene e liberarsi dai luoghi comuni.
Il problema non è soltanto prendere, poi, in esame l’elevato numero di casi (quindi il dato) ma la comprensione delle varie dinamiche che muovono i casi di malasanità. Accanto agli incidenti che intervengono durante operazioni e trattamenti particolarmente difficili e delicati, come per esempio quelli cardiochirurgici per i quali ognuno di noi mette sempre in conto che le cose possano andare male, si inseriscono in numero maggiore gli errori perpetrati durante interventi di routine, come la rimozione dell’appendice, o legati alla somministrazione di farmaci sbagliati o in dosi inadatte.
Dove si sbaglia di più? Nei reparti di ortopedia, oncologia, ostetricia, chirurgia generale e oculistica: messe insieme causano il 50 per cento delle segnalazioni di errore ed errate diagnosi. Questo resta il dato più allarmante.
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