Storie di Malasanità
Errore Gestazionale: morta di parto a 39 anni
Nel 2021 in Italia si muore ancora per errore gestazionale, è questo il triste responso di una vicenda accaduta lo scorso 29 gennaio, quando a Palermo, alla clinica Candela, una donna di 39 anni, Candida Giammona viene presa in carico per poter dare alla luce il suo secondo bambino.
La donna era alla 39esima settimana e la gestazione era andata bene sin dall’inizio della gravidanza. Come in seguito dichiarato dal portavoce della clinica, la paziente era affetta da una patologia che raramente determina complicanze, sussistendo così tutti i presupposti per un parto normale.
Come si sono svolti i fatti
Candida era arrivata alla clinica Candela alle 8.30 di venerdì 29 gennaio. Alle 9.52, quando il travaglio era già stato indotto, ha inviato un selfie alla mamma, accompagnato da un messaggio:”Preparati, fra tre giorni stringerai fra le braccia il tuo nipotino Leon”. Alle 13.10 un’altra foto, stavolta durante il tracciato. Tutto stava procedendo come da protocollo. Trenta minuti dopo mezzanotte Candida ha inviato un altro messaggio al marito: “Sono in bagno, ho sentito qualcosa, c’è sangue”.
Lui ha cercato di rassicurarla, le ha consigliato di chiamare un medico. Alle 3.20 del 30 gennaio il marito, preoccupato e pensieroso rispetto alle ultime comunicazioni avute dalla moglie, si è recato di persona alla clinica Candela per accertarsi delle reali condizioni di salute della donna e del bambino, così come altri componenti della famiglia. “Ormai – dice Maria Alario, la madre di Candida – eravamo in ansia. Alle 6 è arrivata un’ambulanza e mia figlia è stata portata via”.
All’ospedale Buccheri La Ferla la paziente è arrivata in arresto cardiaco e dopo un’ora di manovre il cuore è ripartito. Ma le condizioni della donna e del bambino, che da solo ha lottato all’ospedale Civico, erano ormai troppo gravi.
L’inchiesta per errore gestazionale
“Chi ha sbagliato deve pagare” continua a ripetere la mamma Maria Alario, che con il supporto di tutti i famigliari ha immediatamente intrapreso una battaglia legale per accertare le cause della morte della figlia e del nipotino. Battaglia condivisa dalla Procura alla luce della relazione depositata dai medici legali Stefania Zerbo, Emiliano Maresi e Antonio Luciani ai quali è stata affidata l’autopsia. In estrema sintesi, secondo la consulenza, se il parto cesareo (che venne eseguito d’urgenza quella notte) fosse stato compiuto prima, madre e figlio avrebbero potuto salvarsi. Inoltre, se la paziente, dopo le gravi complicazioni, fosse stata sottoposta ad un’isterectomia (cioè l’asportazione dell’utero) avrebbe potuto sopravvivere almeno lei.
Il 3 settembre si è chiusa l’inchiesta aperta con l’accusa di omicidio colposo intentata dai famigliari e dalla Procura nei riguardi dei medici della clinica Candela di aver compiuto gravi errori e aver sottovalutato la pericolosità della situazione durante la quale le vittime avrebbero potuto salvarsi se il parto cesareo fosse stato eseguito con più velocità. Chiesta l’archiviazione per un quarto indagato.
I dati: quante donne in Italia sono vittime di errore gestazionale?
Secondo un rapporto dell’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità in Italia si registrano in media nove morti materne ogni 100 mila bambini nati vivi, con una sottostima del fenomeno pari al 59% rispetto a quanto stimato dai soli certificati di morte. I dati emergono dalle analisi dei flussi sanitari in riferimento a casi di errore gestazionale.
I numeri hanno poi evidenziato che tra le morti per cause ostetriche prevalgono le emorragie, i disordini ipertensivi della gravidanza e la tromboembolia, che coprono quasi il 70% dei casi. Di grande rilevanza è la progressiva diminuzione delle morti da emorragia ostetrica rilevata nel corso dei 10 anni di attività di ItOSS, grazie alle numerose iniziative promosse nel Paese per fronteggiare questa emergenza ostetrica. Ma nonostante questo sforzo, si stima che il 40%-60% delle morti sia prevenibile e il 45,5% dei decessi segnalati dalla sorveglianza attiva e sottoposti a revisione critica è stato giudicato evitabile con assistenza migliorabile.
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