Storie di Malasanità
Intervento per dimagrire si trasforma in caso di malasanità
Grave caso di malasanità – In coma a 28 anni in seguito ad un intervento di chirurgia bariatrica con by pass gastrico: Angela Iannotta, giovane moglie e madre di due figli piccoli residente a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è attualmente ricoverata in pericolo di vita al reparto di rianimazione dell’ospedale di Caserta.
L’intervento andato male che si trasforma nell’ennesimo caso di malasanità
La paziente voleva dimagrire e ha così deciso di sottoporsi ad un intervento con by pass gastrico nella clinica Villa Letizia all’Aquila. Già da questo primo intervento erano sorte una serie di complicazioni, per le quali fu necessario intervenire con una seconda operazione.
Entrambi gli interventi vennero effettuati da parte dello stesso chirurgo che, dopo l’avvio del procedimento giudiziario da parte dei famigliari di Angela, si è scoperto già imputato per omicidio colposo al tribunale di Nola in relazione alla morte di un altro paziente operato sempre per problemi di obesità. Il secondo intervento, attuato in una struttura del Casertano, la clinica Villa del Sole di Casagiove, avrebbe provocato una setticemia, che ha fatto finire la donna all’ospedale di Caserta.
L’iter giudiziario in corso
Gli avvocati che assistono il marito di Angela hanno presentato una denuncia al commissariato di polizia di Marcianise affinché si faccia luce sulla vicenda, che reputano un grave caso di malasanità. La denuncia dovrebbe portare la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ad aprire un fascicolo per lesioni gravissime a carico del professionista, che ha il suo studio principale a Napoli, e a sequestrare le cartelle cliniche della 28enne. Nel frattempo la donna ha subito altre due operazioni «salvavita», l’ultima il 10 febbraio scorso, in seguito alle quali è riuscita ad uscire dal coma anche se ad oggi però ha una cannula alla trachea e non può parlare ed è in attesa dei risultati di alcuni nuovi esami che saranno valutati dai chirurghi che dovranno poi stabilire se sottoporla ad un altro intervento.
La situazione in Italia
In Italia, secondo i dati della Società italiana di Chirurgia dell’obesità e delle Malattie metaboliche, l’obesità rappresenta un problema sanitario di crescente e pressante gravità. La percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35%, con una prevalenza del sesso maschile, mentre la percentuale di soggetti obesi è di circa il 10%, con una piccola prevalenza per il sesso femminile e per le regioni meridionali. Nel 2021 le persone che in Italia hanno tentato di risolvere chirurgicamente il loro sovrappeso sono state 22.469.
Ci troviamo ancora in una situazione in cui persone che decidono di sottoporsi a operazioni chirurgiche, che sperano risolutive, si trovano, invece, a lottare per la vita. Chi esegue la terapia chirurgica deve necessariamente garantire al paziente un’équipe che abbia le giuste competenze tecniche-specifiche, tali da potersi fare carico di tutte le fasi terapeutiche: dalla selezione dei pazienti alla gestione delle eventuali complicanze. Ma, soprattutto, è opportuno garantire un’assistenza continua, fornendo ai propri pazienti operati rapide e facilitate modalità di accesso per consulenze urgenti.
I dati
I dati ricavati dai risultati della ricerca effettuata da Sun y, Liu b, Smith Jk, Correia Mlg, Jones dl, et al. del 14 maggio 2020 “Associazione per la perdita di peso corporeo preoperatorio e perdita di peso con rischio di morte dopo un intervento di chirurgia bariatrica”, riportano che su un campione di 480-075 pazienti che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica con un’età media (SD) di 45,1 (12,0) anni (range, 18-80 anni), di cui 383-265 (79,8%) donne. Un totale di 511 (0,1%) decessi si sono verificati durante l’intervento o entro 30 giorni dalla chirurgia bariatrica. Un IMC (indice di massa corporea) preoperatorio maggiore è stato associato a un rischio più elevato di mortalità a 30 giorni dopo l’adattamento per età, sesso e razza/etnicità (ad esempio, IMC ≥55,0: OR, 5,29; 95% CI, 4,01-6,99). In conclusione lo studio ha dimostrato che la perdita di peso preoperatoria, anche ad un grado moderato (cioè, da >0% a <5%), è stata associata ad un minor rischio di mortalità a 30 giorni in seguito a chirurgia bariatrica.
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