Storie di Malasanità
Donna muore dopo cura con la pillola: scatta indagine per malasanità
Indagine per Malasanità – Una giovane donna di 34 anni di Sparanise, provincia di Caserta, madre di tre figli, è morta improvvisamente lo scorso 4 aprile dopo settimane di malessere iniziate con la cura con la pillola prescritta dalla ginecologa. I familiari della donna ed in particolare il marito e padre dei tre figli – di 12, 10 e 3 anni – chiedono di far luce sulla vicenda e il pubblico ministero al quale è affidata l’inchiesta, ha disposto la riesumazione della salma per effettuare l’esame autoptico a distanza di quasi tre mesi.
Il marito denuncia il caso di malasanità
Lo scorso 23 aprile il marito ha depositato un esposto-denuncia in Procura raccontando il calvario della povera Rossella e la ricostruzione dei mesi precedenti effettuata anche grazie alla visione dei messaggi Whatsapp della moglie scomparsa. La 34enne almeno da gennaio sarebbe stata in cura presso un dermatologo per patologie dermatologiche, in particolare per curare un’acne cistica. Alla fine di gennaio Rossella, che lamentava irregolarità nel ciclo mestruale, si rivolse ad una ginecologa che le prescrisse la pillola anticoncezionale.
Da quel momento inizia il suo calvario: settimane di malessere, con le gambe gonfie, formicolii, rigidità nervosa ad uno degli arti inferiori ed un problema alla pianta del piede.
L’imprudenza del medico
Nonostante le richieste alla professionista – sulla scorta anche dei consulti con il suo medico di base che le aveva suggerito di sospendere la cura – la ginecologa prima avrebbe attribuito quella situazione clinica al fatto che la donna “bevesse troppa acqua” poi di dormire con dei cuscini sotto le gambe per sollevarle ma senza mai consigliare alla donna degli accertamenti approfonditi, con le uniche analisi che sarebbero state fatte dalla stessa paziente pochi giorni prima della morte.
La mattina del 4 aprile, quando il marito era uscito per lavoro, Rossella riuscì ad avvisare i figli ai quali chiese di allertare i vicini che la mamma non si sentiva bene. Poco dopo il suo cuore smise di battere.
Ora, a distanza di quasi 3 mesi, la Procura intende vederci chiaro attraverso la riesumazione della salma e gli esami dei periti. La famiglia per mezzo del proprio avvocato, ha fatto sapere che parteciperà agli accertamenti tecnici nominando propri ausiliari.
La responsabilità contrattuale del medico
A differenza della responsabilità della struttura sanitaria, quella del medico è soggettiva e connotata dagli elementi psicologici del dolo e della colpa.
Giova precisare che la prestazione medica è disciplinata da un contratto che intercorre tra il medico e il paziente, ed infatti, il medico ha l’obbligo di proteggere il paziente eseguendo una determinata prestazione sanitaria.
La mancata esecuzione della prestazione sanitaria o la sua esecuzione non corretta, equivalgono all’inadempimento di una prestazione contrattuale da parte del medico.
Dall’altro lato, il creditore (paziente) deve provare:
- il suo diritto di credito (l’obbligazione, ovvero il contratto);
- il danno (patologia) che deve avere ad oggetto l’inadempimento subito strettamente connesso eziologicamente al danno lamentato.
Pertanto, il medico, per andare esente da responsabilità, deve provare di avere diligentemente eseguito la prestazione sanitaria dovuta.
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