Storie di Malasanità
Carenza di Accertamenti: muore a soli 5 mesi
Un intervento medico, effettuato in carenza di accertamenti, spegne la vita ad una bambina di soli 5 mesi: un errore fatale che ha distrutto una famiglia.
Intervento eseguito senza corretti accertamenti
Il 30 agosto 2018 segna la fine prematura della vita di Beatrice, una bambina di soli cinque mesi
La tragedia ha radici che risalgono a due mesi prima, quando la piccolissima paziente viene sottoposta ad un intervento che parte senza aver prima effettuato i corretti accertamenti e che per questo si rivelerà fatale.
Beatrice nasce il 2 marzo 2018 con un difetto intraventricolare diagnosticato durante la gravidanza: si tratta di una malformazione con la quale si potrebbe sopravvivere fino all’età adulta se tenuta sotto osservazione, ma un cardiologo di Palermo consiglia un’azione immediata.
La bimba viene ricoverata il 30 giugno all’ospedale di Taormina, dove un cardiochirurgo, dopo aver eseguito un AngioTac, rassicura la famiglia:
“Il cardiochirurgo – scrive la mamma – ci aveva assicurato di avere la situazione molto chiara, avendo effettuato l’AngioTac”.
La bambina viene sottoposta a un’operazione non ritenuta complicata, che avrebbe dovuto risolvere la sua condizione.
Purtroppo però le cose prendono una piega inaspettata: una nuova AngioTac rivela uno “sling polmonare” (Si tratta di una cardiopatia congenita rara caratterizzata da un’anomalia di uno dei rami delle arterie polmonari) e l’arteria polmonare sinistra mancante.
Così, quello che doveva essere un intervento di quattro ore si protrae per ben dodici ore a causa della carenza di accertamenti che avrebbero dovuto essere eseguiti preventivamente.
Un intervento infinito con un tragico epilogo: la piccola subisce un arresto cardiaco, che costringe i medici ad un trasferimento d’urgenza a Roma, all’ospedale del Bambin Gesù, nel tentativo di salvarle la vita.
Qui passa i successivi 68 giorni lottando tra la vita e la morte, fino al tragico 30 agosto, quando Beatrice muore lasciando una famiglia distrutta e il vuoto inspiegabile di una vita così breve.
La battaglia per la verità
Il dolore dei genitori si tramuta in una battaglia per la verità e la giustizia.
Le indagini sono divise tra Messina e Roma: inizialmente il pm aveva proposto l’archiviazione del caso ma i genitori non si sono arresi. Grazie ad una lettera scritta dalla madre, il giudice di Messina respinge l’archiviazione.
Secondo il giudice, tuttavia, la procura competente è quella di Roma, città dove Beatrice è morta.
La speranza dei genitori è ancorata alla relazione del medico legale, che potrebbe gettare luce sui misteri che circondano la morte di Beatrice.
Esito dell’autopsia: errore medico per carenza di accertamenti preventivi
L’autopsia svela l’amara verità: Beatrice è morta a causa di un errore medico.
La carenza di accertamenti diagnostici prima dell’intervento e i tempi eccessivi dell’operazione a causa di difficoltà tecniche emergono come gravi accuse contro la condotta medica
“caratterizzata da una carenza di accertamenti diagnostici prima del trattamento chirurgico necessari per una adeguata definizione del quadro diagnostico pre-operatorio»”, e sui “tempi chirurgici dell’intervento eccessivi, in seguito a difficoltà tecniche insorte a causa di carenti accertamenti”.
Il desiderio dei genitori della piccola Beatrice è chiaro: giustizia per la loro bambina ma anche prevenzione di simili tragedie per tutti i bambini che potrebbero trovarsi in situazioni analoghe in futuro. La loro storia è un appello a un sistema sanitario più attento e responsabile, affinché nessun’altra famiglia debba vivere il dolore insuperabile di perdere un figlio a causa di errori evitabili.
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