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Nuovo caso di Malasanità a Napoli
Nuovo caso di Malasanità a Napoli, a raccontarlo è ancora una volta il Corriere del Mezzogiorno in un servizio a cura di Fabio Postiglione. Ancora una volta il paziente viene sballottato da un reparto all’altro con cure inappropriate e approssimative. Il protagoniasta è un 50 di Secondigliano, impreditore edile, che è stato colpito da una necrosi molto aggressiva che lo sta lentamente consumando da due mesi presso l’ospedale Monaldi.
Necrosi, che però pare aver contratto in sala operatoria, a seguito di un intervento ordinario. Ad aprire il caso sono stati i famigliari della vittima, che hanno ricorso ad una consulenza legale per fare chiarezza sull’accaduto. Attualmente la Procura di Napoli ha sequestrato la cartella clinica e aperto un’indagine contro ignoti. Inoltre, ha anche provveduto a nominare un medico legale che ha esaminato il corpo del paziente.
Il tutto ebbe inizio il 16 Giugno scorso, quando il sig. Gennaro, colpito da infarto, è stato salvato dai medici dell’Ospedale San Giuliano di Giugliano, solo il giorno successivo venne trasferito al Monaldi, nel reparto di cardiochirurgia, uno dei migliori di Italia. Nel corso del ricovero venne monitorato 24 ore su 24, fino al giorno dell’operazione, tenutasi il 29 Giugno.
A seguito dell’intervento, come da prassi, il paziente è stato trasferito in rianimazione, ma diversamente dalla procedura ordinaria invece di permanervi 24 ore venne trattenuto qui per ben una settimana, questo perchè le sue gambe non si muovevano più. In pratica, il paziente non era più in grado di reagire agli stimoli e sia pressione arteriosa che emoglobina erano molto bassi.
Nel corso dei primi giorni di Luglio la situazione degenera, a Gennaro e i suoi famigliari viene comunicato che non potrà più camminare. Ma il problema a questo punto non è soltato la paralisi ma un’infezione (fascite necrotizzante) che inizia ad espandersi che in modo veloce e doloroso decompone piano piano il suo corpo. In ospedale hanno cercato di intervenire in camera iperbarica e attraverso la consulenza di un professionista infettivologo. Ma quando i famigliari del 50enne hanno chiesto spiegazioni gli è stato detto che era presente una lesione all’aorta femorale. Il caso di Gennaro resto ancora estremamente grave, mentre i famigliari e i legali cercano giustizia.
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