Storie di Malasanità
Donna lasciata in ambulanza: muore dopo 5 ore di agonia
Muore dopo cinque ore in ambulanza in sosta fuori dal pronto soccorso: questo il triste destino di una donna di 54 anni, residente in Campania, a Battipaglia.
LA LUNGA AGONIA E IL DECESSO PER MALASANITÀ
Un tragico caso di malasanità quello che è avvenuto a Battipaglia, dove una donna di appena 54 anni ha trascorso cinque interminabili ore su una barella, all’interno di un’ambulanza, in una condizione molto critica, in attesa di essere ammessa all’ospedale ‘Santa Maria della Speranza’.
L’INIZIO DELL’AGONIA
I fatti risalgono alla mattina del 12 maggio 2022, quando la donna ha iniziato a provare dei forti dolori addominali. La sua famiglia, preoccupata per le sue condizioni, ha immediatamente chiamato il servizio di emergenza 118, che ha inviato un’ambulanza a soccorrerla.
L’ambulanza arriva alle 16 ma il pronto soccorso è sovraffollato, costringendo l’ambulanza a sostare all’esterno. Nonostante il personale sanitario abbia iniziato a fornire le prime cure alla paziente direttamente sull’ambulanza, la sua condizione si è progressivamente deteriorata, con la saturazione di ossigeno scesa pericolosamente.
Solo dopo 5 lunghe ore, alle 20:45, la donna è riuscita finalmente ad entrare in pronto soccorso, dove, nonostante la lunga attesa e l’emergenza, le viene anche eseguito un tampone anti-Covid.
Sfortunatamente, per la donna è ormai troppo tardi, ed è solo una questione di pochi minuti prima che quelle 5 ore di attesa le siano fatali.
UNA MORTE EVITABILE
Secondo l’autopsia, effettuata nei giorni successivi, la causa del suo decesso è stata una peritonite, un’infiammazione grave che potrebbe essere stata scatenata dalla presenza di un corpo estraneo nell’intestino.
Sarebbe bastata una radiografia per individuarlo, rimuoverlo e salvarle la vita.
LA RICERCA DELLA GIUSTIZIA
Durante queste cinque ore di agonia, la figlia diciottenne della donna è rimasta sempre al suo fianco, tenendole la mano mentre soffriva:
“Le ha tenuto la mano mentre vomitava, ma in cinque ore non è stata assistita da alcun medico, soltanto un uomo di nome Paolo, come riportato dalla figlia (infermiere o volontario) è salito più di una volta su quell’ambulanza”
La famiglia della donna, devastata da questa tragedia, ha chiesto giustizia e si è rivolta agli avvocati per fare chiarezza su questa vicenda scioccante.
MEDICI INDAGATI PER NEGLIGENZA
La Procura di Salerno ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha indagato tre operatori sanitari: due medici dell’ospedale e un operatore del 118.
Gli esperti hanno condannato la condotta “negligente e imprudente” dei medici coinvolti, sottolineando che il medico del 118 avrebbe dovuto monitorare attentamente i parametri vitali della paziente e supervisionarne le condizioni cliniche mentre era in ambulanza.
Allo stesso modo, il medico del pronto soccorso ha ricevuto critiche per non aver effettuato una visita approfondita e per non aver richiesto immediatamente accertamenti strumentali o di laboratorio.
I consulenti del pm sostengono che «il camice bianco era in dovere di monitorare strettamente i parametri vitali e supervisionare le condizioni cliniche, per poter allertare tempestivamente i sanitari del pronto soccorso in caso di peggioramento», invece, «la supervisione non fu adeguata né condotta in maniera aderente a quanto previsto dall’ars medica» e continuano:
«non regge la giustificazione dell’indisponibilità di lettighe, ché «l’accertamento laboratoristico o strumentale», ché la necessaria radiografia sarebbe stata «facilmente eseguibile presso la radiologia dell’ospedale utilizzando la barella del 118 sulla quale la donna sostava».
Il decesso si sarebbe potuto evitare con una probabilità dell’80%.
La morte di questa donna rappresenta una tragedia evitabile che mette in evidenza gravi carenze nel sistema sanitario italiano.
La famiglia della vittima spera che la loro ricerca di giustizia possa portare a cambiamenti significativi nel sistema e prevenire che tragedie simili si verifichino in futuro.
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