Storie di Malasanità
Errore Medico a Pisa -Tolto Rene Sano, Quattro medici indagati
16 Febbraio 2017 – Gravissimo caso di Errore Medico a Pisa. Quattro i medici sotto accusa per lesioni gravissime e falso per aver alterato la cartella clinica dopo aver scoperto l’errore ai danni del paziente. La difesa sostiene invece che:
«Non fu uno sbaglio, l’organo era compromesso da vecchie patologie»
Il paziente non l’ha saputo subito, mentre i medici ne erano al corrente da subiti, per questo l’accusa si aggrava, poiché da parte dell’equipe medica c’è stato anche un tentativo di manomissione delle prove.
Errore medico che ora sta seguente un complesso iter giudiziario sia a livello penale che civile presso il Tribunale di Pisa.
Sono quattro i chirurghi, tra cui il primario dell’unità operativa prof. Paolo Miccoli, con lui altri tre medici il prof. Gabriele Materazzi, il dott. Massimo Conte e lo specializzando armeno Alexander Aghababyan, tutti difesi dall’avvocato Anna Francini , per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di aver tolto un rene sano a un paziente.
Il prof. Miccoli dichiara che la firma sulla cartella clinica non sia la sua e di essere all’oscuro di tutto, accusando i medici esecutori dell’operazione di averla falsificata a seguito dell’errore, tenendolo all’oscuro anche in qualità di primario della struttura stessa.
La storia risale ad alcuni anni fa, ma come spesso accade per questo tipo di eventi non se è parlato per evitare che l’errore commesso uscisse dall’unità ospedaliera ed è rimasta celata nonostante siano stati intrapresi sia il filone penale che quello civile presso il Tribunale di Pisa. Esce invece in questi giorni dal “dimenticatoio” su volontà del paziente di far luce sulla spiacevole vicenda. Il paziente, stesso, venne a conoscenza dell’errore solo dopo alcuni mesi, per continue richieste di visita medica relative a dolori localizzati, che parevano non aver risposta.
La difesa dei tre medici sotto accusa si lega al fatto che anche l’altro rene non fosse del tutto sano e che fosse già compromesso da altre patologie pregresse.
Fonte: Il Tirreno
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