Storie di Malasanità
Errore Medico: risarcimento dopo 22 anni
La tragedia della perdita di un figlio per un errore medico è una ferita che non si rimargina mai completamente. Ma dopo 22 anni di strenua battaglia legale, una famiglia di Fano ha finalmente visto riconosciuto il diritto al risarcimento per l‘errore medico che ha portato alla morte prematura di Simone, il loro giovane figlio di 22 anni.
Il fatale errore medico di 22 anni fa
Simone era affetto da una forma di fibrillazione ventricolare, una condizione che richiede interventi medici regolari per garantire la salute cardiaca. A soli 16 anni subisce una serie di operazioni salvavita, culminate con l’installazione di un defibrillatore nel ventricolo sinistro, un dispositivo cruciale per monitorare e, se necessario, correggere il ritmo cardiaco mediante scariche elettriche.
Tuttavia, nel corso degli anni, la vita utile del dispositivo dipende anche dalla sostituzione regolare della batteria, una manutenzione che, nel caso di Simone, non è stata eseguita tempestivamente. Infatti la batteria scarica dell’ICD (Implantable Cardioverter Defibrillator) e di conseguenza il suo mancato funzionamento, ha portato alla tragica morte di Simone.
Solo dopo una lunga battaglia legale, il Tribunale di Milano ha confermato che questa negligenza medica è stata la causa diretta della sua morte prematura.
Il padre di Simone, nel descrivere questa lunga lotta per la giustizia, sottolinea che sebbene il risarcimento economico non possa alleviare il dolore della perdita, almeno rappresenta un riconoscimento dell’errore commesso. È una storia di giustizia tardiva ma, finalmente, resa possibile grazie agli sforzi continuativi della famiglia e al supporto legale fornito da esperti nel campo del risarcimento danni.
Il lungo cammino verso il risarcimento
Il caso di Simone evidenzia non solo la tragica conseguenza di un errore medico, ma anche le sfide e le complessità del sistema legale italiano in materia di malasanità. Dopo che Simone ha sperimentato episodi di malfunzionamento del defibrillatore nel corso degli anni, la famiglia ha inizialmente tentato di perseguire il caso penalmente. Tuttavia, la denuncia è stata archiviata, e solo attraverso un processo civile durato molti anni è stato possibile finalmente far emergere la verità e ottenere un risarcimento.
Il consulente legale della famiglia ha evidenziato le sfide incontrate nel percorrere questa strada legale. “Il caso è veramente terribile”, ha dichiarato, riferendosi alla frustrazione della famiglia nel vedere il caso penalmente archiviato inizialmente, nonostante le evidenti negligenze.
Errore medico: il contesto legale
In Italia, i tempi e le procedure per il risarcimento danni da errore medico sono regolati da specifiche normative. Secondo la legge n. 24 del 2017, conosciuta come legge Gelli-Bianco, i tempi di prescrizione per avviare azioni legali variano tra 5 e 10 anni, a seconda del tipo di responsabilità e del soggetto coinvolto (personale sanitario o struttura ospedaliera).
Nel caso di Simone, la prescrizione per la responsabilità civile è stata un fattore critico. Nonostante il caso penale fosse stato archiviato, il processo civile ha continuato a procedere, portando alla luce la responsabilità dell’ospedale e dei medici coinvolti.
La battaglia legale ha dimostrato l’importanza di perseverare anche quando le prime vie legali non portano i risultati sperati.
Procedure e tempi di risarcimento per errore medico
Il percorso per ottenere un risarcimento danni da errore medico può essere lungo e complesso. Dopo un’iniziale diffida stragiudiziale, che dà alla struttura sanitaria un termine per rispondere, può essere necessario avviare una causa civile se non viene raggiunto un accordo extragiudiziale. Questo processo può richiedere diversi anni, a seconda della complessità del caso e della velocità del sistema giudiziario.
Secondo dati recenti, il tempo medio per la liquidazione di una pratica di risarcimento medico in Italia è di circa 2,3 anni, una durata che riflette la complessità e le variabili coinvolte nel processo legale.
La storia di Simone non è solo una testimonianza della tragica conseguenza di un errore medico, ma anche dell’importanza di perseguire la giustizia anche quando sembra impossibile. La famiglia di Simone ha combattuto per oltre due decenni per far emergere la verità e ottenere un riconoscimento della negligenza che ha causato la morte del loro caro.
In un sistema legale dove i tempi e le complessità possono essere ostacoli significativi, storie come quella di Simone sono un monito sulla necessità di migliorare l’accesso alla giustizia per le vittime di malasanità. La lotta della famiglia di Simone non riporterà indietro il figlio perso, ma ha aperto la strada per un maggiore riconoscimento e responsabilità nel trattamento sanitario.
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