Storie di Malasanità
Esofago e polmone perforati ma l’operazione era alla spalla: Asl condannata
Asl condannata – Era il marzo del 2015 quando l’uomo si è recato presso l’Ospedale “Landolfi” di Solofra, per un intervento chirurgico alla spalla destra e mai avrebbe potuto immaginare di ritrovarsi esofago e polmone perforati. Così come non avrebbe mai immaginato di dover sopportare per tutta la vita postumi permanenti.
Sono ormai passati sette anni e finalmente l’uomo ha vinto la propria battaglia contro l’Asl di Avellino, condannata a risarcirlo.
Colpa del filo di Kirschner
L’uomo protagonista di questa storia di malasanità era affetto da conflitto dei rotatori alla spalla destra quando, il 16 marzo 2015 decise di recarsi presso il Presidio Ospedaliero solofrano per risolvere il problema mediante un intervento chirurgico, svoltosi nella apparente normalità di un intervento considerato di routine.
Nei giorni seguenti le dimissioni però il paziente, a causa di continui e lancinanti dolori alla spalla operata, decide di tornare al “Landolfi”, esattamente due settimane dopo, il 30 marzo: in questa occasione i medici, avendo riscontrato che il filo di Kirschner, applicato nel corso del primo intervento, non era ancorato correttamente, decidono di ricorrere a un secondo intervento, riscontrando la necessità di rimuoverlo tale filo.
Nuovi accertamenti evidenziano la malpractice
Una ventina di giorni dopo la seconda operazione, l’uomo inizia ad accusare dolori lancinanti al petto, a tal punto da essere ricoverato nuovamente, in data 4 luglio 2015, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “Moscati” di Avellino. È così che gli esami TAC effettuati dall’équipe della Città Ospedaliera evidenziano le cause del dolore atroce: “la presenza di circa 8 centimetri del filo di Kirschner, all’evidenza non rimosso integralmente nel corso del secondo intervento”; e “migrando tale spezzone di filo gli aveva perforato l’esofago, il polmone sinistro e il mediastino”, costringendolo a una toracotomia di ben cinque ore, effettuata il 6 luglio e in seguito alla quale il paziente fu spostato per sette giorni in rianimazione, in coma farmacologico.
Un assurdo caso di malasanità
Successivamente, gli accertamenti medico-legali appurarono che venne rimosso soltanto uno dei due fili: “considerazione che viene confermata dalla successiva rilevazione, a circa un mese di distanza, del suddetto filo di K. che era migrato andando a danneggiare pleura, polmone, esofago e mediastino e che ha poi innescato tutta una serie di eventi clinici, chirurgici e disfunzionali”.
Un assurdo caso di malasanità che poteva avere conseguenze ben più gravi, ma che ha comunque cagionato all’uomo, oggi 79enne, postumi permanenti.
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