Storie di Malasanità
Il tumore non c’era: le amputano gambe e braccia
Anna Leonori è la donna alla quale nel 2014 vengono amputate braccia e gambe in seguito ad una diagnosi di tumore errata perché in realtà il tumore non c’era. La vicenda coinvolge tre ospedali e nonostante l’onere delle spese processuali Anna è riuscita ad acquistare protesi necessarie a rimediare alla grave perdita degli arti grazie a due raccolte fondi e altrettante donazioni.
I fatti del caso di Malasanità
Nel 2014, Anna è stata diagnosticata con un tumore di quarto grado infiltrante alla vescica all’ospedale Santa Maria di Terni. Dopo essersi rivolta a un medico di una struttura privata, è stata sottoposta a un intervento chirurgico al Regina Elena di Roma, durante il quale le è stata rimossa la vescica e ricostruita con una parte d’intestino. Dopo cinque giorni di degenza, Anna è stata dimessa e, a sorpresa, ha ricevuto un esito istologico negativo.
I quattro anni successivi sono stati segnati da numerose infezioni e conseguenti ricoveri, fino a quando il 2 ottobre del 2017, in seguito all’ennesimo ricovero il medico le ha comunicato la necessità di un’immediata operazione d’urgenza, in seguito alla quale la paziente è entrata in coma per setticemia. Il coma è stato inizialmente profondo e poi indotto ed è stato proprio durante questo periodo che si è sviluppata la necrosi agli arti. Quando si è svegliata, trasferita presso l’ospedale Bufalini di Cesena, è stata poi amputata.
Gli sviluppi giudiziali
La paziente ha quindi deciso di richiedere un risarcimento all’ospedale Santa Maria di Terni e all’ospedale Regina Elena di Roma, ma le sue richieste sono state respinte. Altri ospedali hanno citato l’ospedale Bufalini, ma non Anna stessa.
L’avvocato di Anna spiega che è stato richiesto un accertamento tecnico preventivo, una procedura che precede eventuali azioni legali. Attualmente, sono in attesa dei risultati delle analisi degli esperti e delle consulenze che sono state nominate dal tribunale. Nel frattempo l’ospedale Santa Maria di Terni afferma che il suo personale medico abbia agito correttamente e che spetterà alle procedure legali in corso determinare eventuali responsabilità che possono essere attribuite ai vari ospedali che hanno curato Anna.
Il riscatto personale
Nel 2020 Anna ha avuto il suo riscatto personale partecipando alle Paralimpiadi di Tokyo, dove ha rappresentato l’Italia in varie discipline. Ha così dimostrato una grande determinazione e ha ispirato molte persone con la sua storia di coraggio e resilienza.
Anna ha dichiarato di essere grata per il sostegno ricevuto dalla sua famiglia, dai suoi amici e dalla comunità locale. Ha anche ringraziato il suo allenatore, Alessandro Fantini, per averle fornito supporto emotivo e tecnico durante la sua carriera sportiva.
Responsabilità in caso di amputazioni
Chi viene sottoposto ad amputazione o la subisce per evento traumatico deve affrontare non solo le conseguenze psicologiche legate alla perdita di parti del corpo ma anche:
– Spese ospedaliere fisse
– Terapie e riabilitazioni.
– Limitazioni alla qualità della vita;
– Perdita del lavoro;
Infatti, il post-operatorio è decisamente più complesso dell’operazione stessa, perché richiede al paziente cicli di riabilitazione, supporto psicologico, cure protesiche, fisioterapia e, in alcuni casi, anche ulteriori interventi chirurgici.
L’amputazione e tutto ciò che essa comporta, può essere considerata lesione personale quando questa viene eseguita a causa di un errore medico omissivo o commissivo che porta ad un deterioramento del quadro clinico, un grave danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza o perdita di chance di conservare una vita migliore.
La setticemia, nello specifico, è una complicanza di infezioni acquisite spesso in ospedale, soprattutto in seguito ad interventi chirurgici, che aggrava le condizioni cliniche del paziente, ne può prolungare il periodo di degenza e nei casi più gravi portare ad uno shock settico, caso in cui solo l’amputazione può salvare la vita al paziente.
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere spetta all’avvocato esperto in malasanità. Un errore medico che conduce ad amputazione infatti può provocare diverse conseguenze in base alla persona che lo subisce, considerando l’età del danneggiato, l’attività lavorativa o le sue aspirazioni, l’attività sportiva praticata e i suoi hobbies, almeno per quanto riguarda i danni non patrimoniali.
Per i danni patrimoniali invece potrà essere richiesto ad esempio il rimborso delle spese sostenute durante la cura o le spese future o ancora il risarcimento per i mancati guadagni.
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