Storie di Malasanità
Infezione batterica durante intervento: malasanità a Napoli
Malasanità a Napoli – La vicenda vede come vittima di malasanità una donna ricoverata presso la Clinica Villa dei Fiori, a Napoli, per sottoporsi ad un intervento chirurgico per l’impianto di pacemaker.
In seguito all’intervento la paziente non si è mai sentita bene a causa di un’infezione batterica in corso in sede di impianto.
Le cause dell’infezione batterica
Come è stato poi accertato, in seguito ad esami e numerosi accertamenti avvenuti nei mesi successivi all’operazione, l’omessa o inidonea sterilizzazione delle mani dal sanitario che ha eseguito l’intervento e della strumentazione chirurgica di cui si è servito ha generato una virulenta infezione nel sito dell’impianto. L’infezione, inoltre, aveva progredito nel suo corso anche a causa dei tempi di accertamento, non diagnosticata in tempo e quindi non trattata con adeguata cura antibiotica, ha determinato lo spostamento del device verso l’esterno e ulteriori disagi fisici ma anche psichici a causa della situazione di incertezza e paura alla quale la paziente è stata lasciata dopo l’intervento.
La conclusione della vicenda
La vicenda ha avuto fine con il miglioramento delle condizioni cardiache della donna solo quando è stata disposta la rimozione dell’impianto di pacemaker presso diversa struttura sanitaria, l’Ospedale Universitario di Pisa quindi solo dopo diversi mesi dopo l’inizio del corso infettivo e passati tutti i tempi burocratici e sanitari che caratterizzano gli avvenimenti di malasanità.
Dopo aver depositato ricorso per Accertamento Tecnico Preventivo innanzi al tribunale di Nola la paziente è stata risarcita per 48 mila euro per i danni fisici e psichici.
Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA)
Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono infezioni acquisite che costituiscono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria e possono verificarsi in ogni ambito assistenziale, incluso gli ospedali per acuti, il day-hospital/day-surgery, le strutture di lungodegenza, gli ambulatori, l’assistenza domiciliare, le strutture residenziali territoriali.
Le ICA includono infezioni trasmesse dall’esterno (esogene), da persona a persona o tramite gli operatori e l’ambiente, e infezioni causate da batteri presenti all’interno del corpo (endogene).
Le cause sono molteplici:
- la progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie, con l’uso prolungato di dispositivi medici invasivi e gli interventi chirurgici complessi, che, pur migliorando le possibilità terapeutiche e l’esito della malattia, possono favorire l’ingresso di microrganismi in sedi corporee normalmente sterili
- l’indebolimento del sistema di difesa dell’organismo (immunosoppressione) o gravi patologie concomitanti
- la scarsa applicazione di misure di igiene ambientale e di prevenzione e controllo delle infezioni in ambito assistenziale
- l’emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, dovuta soprattutto all’uso scorretto o eccessivo di questi farmaci, che complica ulteriormente il decorso di molte ICA.
Le ICA sono un fenomeno frequente
Uno studio nazionale di prevalenza, ha rilevato una frequenza di pazienti con una infezione contratta durante la degenza pari a 6,3 ogni 100 pazienti presenti in ospedale; nell’assistenza domiciliare 1 paziente ogni 100 contrae una ICA.
Non tutte le ICA sono prevenibili, ma si stima attualmente che possa esserlo una quota superiore al 50%.
La maggior parte delle ICA interessa il tratto urinario, l’apparato respiratorio, le ferite chirurgiche, le infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie). Le più frequenti sono le infezioni urinarie, che da sole rappresentano il 35-40% di tutte le infezioni ospedaliere.
Come ridurre l’impatto delle ICA
La prevenzione e il controllo delle ICA in tutte le strutture assistenziali rappresentano interventi irrinunciabili per ridurre l’impatto di queste infezioni e, più in generale, per ridurre la diffusione dei microrganismi antibiotico-resistenti.
Uno dei punti cruciali per il contrasto alle ICA è la definizione e l’applicazione di buone pratiche di assistenza e di altre misure, secondo un programma integrato che deve essere adattato a ogni ambito assistenziale.
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