Storie di Malasanità
Iniezione errata donna muore per errore di somministrazione farmaci
14 Luglio 2021 – È iniziato in questa data, a Napoli, il processo a carico del dottor Pasquale Sannino e della dottoressa Anna Di Rienzo, i due imputati che dovranno rispondere delle accuse di omicidio colposo per aver concorso a determinare la morte di Antonia Maiellaro, la causa del decesso un’iniezione errata con somministrazione di farmaci a cui la donna era allergica.
I famigliari si sono costituiti parte civile con attraverso i loro avvocati, i quali hanno chiamato in causa le rispettive assicurazioni professionali dei due indagati. L’ennesimo caso di malasanità su territorio italiano.
I FATTI
Era il 2019 quando la signora Antonia Maiellaro venne ricoverata presso l’Ospedale del Mare di Napoli per essere sottoposta ad un intervento chirurgico alla vescica nel reparto di urologia. Durante il ricovero le fu somministrata e prescritta dai due imputati, in via intramuscolo una fiala di un antibiotico, il Rocefin, nonostante lei (pare) fosse allergica, come era emerso nei giorni precedenti di ricovero sempre presso l’Ospedale del Mare. A seguito di questa somministrazione la paziente subì uno shock anafilattico che nei giorni successivi la condusse prima al coma poi alla morte.
IL PROCESSO
A seguito della denuncia dei figli venne disposto l’esame autoptico oltre alla consultazione di diversi consulenti, tanti quanti tutto il personale di Urologia dell’Ospedale del Mare. Il pubblico ministero Mario Canale formulò il capo d’imputazione contestando il reato di omicidio colposo.
DECESSI PER INIEZIONE ERRATA
Quello accaduto alla signora Antonia non è un caso isolato in Italia, nel 2007 un altro caso simile accadde a Macerata, quando a una donna di Teramo di 75 anni venne somministrato un farmaco che non tollerava, presso l’ospedale di Civitanova Marche. La procura di Macerata, all’epoca, inviò cinque avvisi di garanzia a medici e paramedici.
Il decesso, anche in questo caso avvenne per shock anafilattico, viene registrato alle 17:30. In questo caso fu lo stesso direttore sanitario dell’ospedale Massimo Palazzo a segnalarlo alla magistratura come un caso di morte sospetta, causata da un errore umano.
Il pm di Macerata Andrea Laurino, che ha secretato gli atti, ha disposto il sequestro della cartella clinica e fatto prelevare ai carabinieri della polizia giudiziaria due campioni dei farmaci prescritti prima e dopo alla donna. E mentre si attendono gli esiti dell’inchiesta penale, la direzione sanitaria del nosocomio civitanovese ne ha avviata una interna, che ha portato a più di un provvedimento disciplinare a carattere cautelativo.
All’epoca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, rilanciò: “Serve un’indagine nei nosocomi italiani sui criteri seguiti nell’assunzione del personale medico. Troppo spesso infatti, dai bassi livelli fino a quelli più elevati, i dipendenti vengono scelti non in base ai titoli professionali, ma con criteri clientelari e politici, a tutto danno dell’utenza”.
Una polemica quest’ultima molto forte, che ci fa comunque riflettere su disattenzioni piuttosto gravi.
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