Storie di Malasanità
Malasanità: Errore durante operazione alla spalla, donna muore in pochi giorni
Ennesimo errore operatorio, un nuovo caso di malasanità colpisce una donna, di 60 anni di Lucca, era stata ricoverata in una clinica privata a Forte dei Marmi per sottoporsi a un intervento chirurgico alla spalla. Soffriva di artrosi e i medici le avevano consigliato di installare una protesi per risolvere i dolorosi problemi che la affliggevano da anni ormai.
Lo svolgimento dei fatti
La donna soffriva di artrosi e le era stata consigliata l’installazione di una protesi. Per questo motivo si era quindi ricoverata nell’aprile del 2011 presso la clinica privata di Forte dei Marmi, per sottoporsi a l’operazione alla spalla.
Durante l’intervento, tuttavia, secondo l’ipotesi accusatoria, le sarebbero state lesionate due arterie, con conseguente emorragia interna in fase post operatoria, non ravvisata dai sanitari. Solo a distanza di due giorni, la signora sarebbe stata trasferita in ospedale ma, nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita, nel giugno dello stesso anno era sopraggiunto il decesso.
Un attento monitoraggio della paziente fragile (ad alto rischio emorragico) avrebbe consentito una diagnosi precoce della causa di anemizzazione e una tempestiva gestione della lesione vascolare evitando verosimilmente lo shock emorragico e gli eventi successivi con compromissione multiorgano. Sulla decisione del Giudice, inoltre, avrebbe pesato anche il ritardo nel trasferimento in ospedale. Un caso di malasanità che ha visto ben due decorsi processuali.
La giustizia in due decorsi processuali separati
Da questo tragico evento vengono fuori due procedimenti giudiziari, uno penale nei confronti dei medici, che il tribunale di Lucca assolve, e uno civile di risarcimento danni proposto dagli eredi che invece nei giorni scorsi ha portato alla condanna della struttura sanitaria: l’accusa parte dalla questione del trasferimento che doveva essere disposto senza ritardo dai sanitari della casa di cura dove si era svolto l’intervento. Da queste conclusioni derivanti soprattutto dalle perizie mediche disposte in giudizio, il giudice del tribunale di Lucca ha emesso sentenza di condanna nei confronti della clinica. Si legge infatti nelle motivazioni del dispositivo di condanna: “Appurata la responsabilità della struttura sanitaria convenuta, occorre ora procedere alla quantificazione del danno risarcibile. Accoglie la domanda attorea per quanto di ragione e, per l’effetto, condanna la casa di cura a risarcire il danno arrecato agli attori per i fatti di cui in narrativa e liquidato, alla data del fatto: n euro 266.454,00, in favore del marito; in euro 220.618,99, in favore della figlia; in euro 184.094,97, in favore del figlio; in euro 118.703,10, in favore del nipote”. La clinica è stata condannata anche a pagare circa 40mila euro di spese legali.
In Italia il 6% dei pazienti muore per errore medico
Il dato, impressionante, emerge da un simposio internazionale di sanità svoltosi a Varese nel 2005. In Italia ogni anno muore in media oltre il 6% dei ricoverati in ospedale per errori medici. Una cifra impressionante, ma che non stupisce, per la quantità di casi di malasanità di cui si viene conoscenza. Il dato è stato diffuso in apertura del Sesto simposio internazionale di salute pubblica, svoltosi a Villa Porro Pirelli di Induno Olona (Varese), una delle pochissime occasioni in cui si sia trattato l’argomento così apertamente. Organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Varese in collaborazione con altri Ordini dell’insubria è una riflessione sul tema «La medicina centrata sulla sicurezza del paziente» e vede la partecipazione non solo di medici, ma anche di magistrati.
Il simposio ha rilevanza internazionale e riporta come il rischio di errore medico rappresenti oggi un «buco nero» di tutti i sistemi sanitari del mondo, pur avanzati. Il simposio vuole lanciare proposte, affinché il medico che sbaglia non si nasconda ma evidenzi lo sbaglio per poterlo studiare. In Italia, come nella maggior parte dei paesi europei, non esiste una rilevazione a livello nazionale sugli errori. Resta come dato sconcertante la percentuale di casi di malasanità nel nostro paese.
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