Storie di Malasanità
Medico si distrae durante il parto, bimbo resta invalido a vita
Oggi si parla moltissimo di Covid, ma in ambito sanitario sono ancora molti i casi di malasanità che passano nel dimenticatoio mediatico, uno di questi è quello di un medico che si distrae durante il parto, comportando ad un bimbo un’invalidità a vita.
Vi raccontiamo il caso di una famiglia totalmente distrutta per colpa di un momento di distrazione di un medico durante il parto. Doveva essere uno dei momenti più belli nella vita di una coppia, invece si è trasformata in una grave tragedia.
A parlare è il legale della famiglia:
“È una dimensione questa che finché non si tocca con mano, fino a quando non si entra in contatto con persone che hanno avuto questo tipo di disgrazia, è difficile anche da immaginare”
e aggiunge:
“Il grado di sconvolgimento dell’esistenza di tutte le persone della famiglia, o il dolore e la preoccupazione perenne per il futuro che accompagna i genitori… Ma al di là di questo – continua – in questi casi l’aspetto economico è drammaticamente fondamentale. C’è bisogno di un’assistenza h.24 e 365 giorni l’anno. Questi genitori quasi sempre sono abbandonati dallo Stato, quindi si ritrovano da soli a dover gestire tutto. E sono cose estremamente costose”.
Il caso nel dettaglio
Siamo a Firenze, 27 settembre 2019, un maledetto errore in sala parto ha sconvolto la vita di un’intera famiglia. L’errato intervento del medico ha causato dei gravissimi danni neurologici al momento della nascita e oggi il piccolo non cammina autonomamente. Per muoversi, necessita di una carrozzina elettrica. Anche se niente potrà restituire loro la felicità di veder crescere un figlio sano, in sede civile è stata resa giustizia a questi genitori, che hanno ottenuto un risarcimento da un milione di euro in seguito al procedimento intentato contro l’Asl 10.
“Una piccolissima vittoria – commenta il papà del bambino – “Nessuna cifra renderà mai normale la vita di nostro figlio. Siamo soddisfatti perché è stata riconosciuta una condotta negligente da parte dell’ospedale. Ma la nostra vita rimane complicatissima. Niente è normale per noi”.
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