Storie di Malasanità
Muore a 29 anni mentre attende il posto in barella
La tragica vicenda di Eugenio è avvenuta a Corigliano Calabro in provincia di Cosenza. Il giovane di soli 29 anni è morto nell’attesa di una barella adatta al trasporto.
Muore di Malasanità
Eugenio è dunque l’ennesima vittima della malasanità, la cui morte è stata causata da un’infezione trascurata e dalla mancanza di una barella adatta al suo peso.
Era il 15 Marzo 2023 quando Eugenio viene portato in pronto soccorso a causa di un ascesso dentale infetto. Quell’infezione, inizialmente sottovalutata, ha successivamente causato gravi problemi respiratori che hanno reso necessario il trasferimento del ragazzo all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza.
Purtroppo però l’ambulanza giunta da Castrovillari per il trasferimento non era stata informata dello stato del ragazzo, ovvero del suo sovrappeso, e una volta giunti al pronto soccorso i medici del 118 si sono ritrovati sprovvisti della barella adatta a sostenere il peso del ragazzo per il trasporto.
La mancanza di comunicazione tra gli ospedali si è dimostrata fatale: la serie di errori ha comportato inevitabilmente un ritardo dovuto alla distanza tra gli ospedali, prolungando i tempi di attesa, proprio quei tempi che Eugenio non aveva a disposizione. Infatti risulterà chiaro che il paziente è successivamente deceduto a causa di un infarto che si sarebbe potuto evitare annullando o dimezzando la lunga attesa.
Le prime dimissioni
Il tempo perso a causa della mancanza degli strumenti adatti al trasporto in ambulanza non è però da considerarsi come unico fattore che ha condotto il giovane alla morte.
Infatti la famiglia racconta che prima dell’ultima tragica visita all’Ospedale Giannettasio, Eugenio era stato portato al Pronto soccorso dell’Ospedale Guido Campagna dove era però stato dimesso con una semplice prescrizione di una bombola d’ossigeno da utilizzare a casa.
Dopo queste prime dimissioni, con il passare delle ore la sua condizione si è aggravata, portando i famigliari alla decisione disperata di portarlo al Pronto soccorso del Giannettasio, dove la tragedia ha avuto luogo.
La ricerca della giustizia
La famiglia di Eugenio e tutta la comunità di Corigliano chiedono ora giustizia.
È stata presentata una denuncia ai carabinieri e chiesto un’autopsia sul corpo del ragazzo per scoprire la verità dietro questa tragica vicenda.
In un gesto di protesta, un grande striscione è stato appeso al portone dell’ASP cosentina. Le parole del gruppo La Base di Cosenza sono state nette:
“L’ennesima vita stroncata dalla malasanità e fa riflettere quanto possa apparire normale una notizia come questa, alle nostre latitudini. Un ragazzo di ventinove anni può morire a partire da un’infezione non curata bene? SI. In Calabria, in Italia, è normale. Si può morire perché non si dispone di una barella adatta al trasporto di una persona con un caso clinico particolare? È davvero possibile continuare ad affidarsi alla fortuna quando l’ambulanza che sta venendo a prenderti deve percorrere oltre 50 minuti di strada provinciale?
Non spetta a noi rintracciare colpevoli fisici – scrivono i rappresentanti del movimento – ma dobbiamo gridarlo a gran voce e senza assuefarci che un’altra persona è morta a causa di un diritto negato!
Quante altre ne dovranno morire prima che dalle parole si passi ai fatti? La nostra rabbia è tanta e l’unico strumento davvero utile al contrasto di questo sistema marcio risiede nelle nostre mani. Lo smantellamento della sanità pubblica non si fermerà, le nuove manovre, tra cui l’autonomia differenziata, incombono su territori già devastati come la Calabria, e sarà l’ingiustizia a far da padrona.”
Cinque medici indagati
Nel tentativo di trovare risposte, sono attualmente in corso le indagini.
Cinque medici sono sotto inchiesta per la morte di Eugenio, compreso il dentista che lo aveva in cura, il medico di base e altri sanitari che hanno avuto a che fare con lui nei Pronto soccorso degli ospedali “Guido Compagna” e “Giannettasio”.
La procura sta indagando sulla vicenda, cercando non solo una correlazione tra il ritardo dell’arrivo dell’ambulanza e la mancanza di una barella adeguata, ma anche eventuali responsabilità mediche durante quei giorni cruciali.
La morte di Eugenio è una tragedia che non dovrebbe mai essere accaduta. La sua storia è un richiamo alla necessità di affrontare seriamente i problemi di malasanità in Italia e garantire che nessun altro debba subire una fine così prematura e evitabile. La sua famiglia e coloro che lo conoscevano chiedono giustizia e sperano che la verità emerga da questa tragica vicenda.
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