Storie di Malasanità
Muore per setticemia trattata come Covid – Malasanità in Calabria
Un nuovo caso di malasanità in Calabria. Questa volta la vittima è Maurizio Frana, un 51enne deceduto a seguito di una setticemia trattata come Covid.
L’accusa agli operatori dell’ospedale è piuttosto importante, poiché pare che abbiano trattato il caso come un sospetto caso di Coronavirus, per poi scoprire la sua negatività. In queste ore i familiari della vittima, su tutti il fratello della vittima, hanno deciso di andare a fondo a questo grave caso di malasanità.
Proprio sui ritardi nei tempi di intervento sembra siano la causa del decesso. Secondo quanto spiegato dal fratello, Maurizio sarebbe arrivato all’ospedale dopo le 9 del mattino, prima di essere sistemato nella tenda Covid in attesa di conoscere l’eventuale infezione. Successivamente, alle 17,30 sarebbe stato trasferito a Reggio Calabria per sospetto Covid.
Alla ricezione dell’esito negativo del tampone, sarebbe stato portato al Pronto Soccorso dove è deceduto per setticemia alle ore 22.00. Il quadro clinico era già troppo compromesso, affinché potesse avvenire un intervento.
Come da diverse notizie di cronaca non è l’unico caso di questo tipo avvenuto in Calabria, al punto da aver nuovamente attivato l’interesse mediatico per come la regione sta gestendo l’emergenza a livello sanitario.
Il fratello ha dichiarato:
“Mio fratello ha avuto un passato difficile e problematiche varie ma nulla giustifica il fatto che possa essere morto per una setticemia. Ho elementi sufficienti per capire che mio fratello non è morto di covid ma è stato trattato come se lo avesse. Adesso voglio sapere cosa è successo”.
Sono parole straziate dal dolore quelle di Massimo Frana che ha avuto poche ore per elaborare la perdita di suo fratello perché ha dovuto trovare la forza di chiedere verità e giustizia.
Ora Massimo ha presentato una denuncia al Commissariato di Polizia di Polistena, chiedendo che siano accertate eventuali responsabilità e che il personale ospedaliero risponda dell’errata diagnosi costata la vita al fratello.
In questi giorni ha anche scritto una lettera aperta al sindaco di Polistena Marco Policaro. Nella lettera Massimo ricorda inoltre che il fratello
“aveva subito, sempre nell’ospedale di Polistena, un intervento ad una gamba nel mese di luglio e in quel caso gli era stato eseguito il tampone, con esito negativo. Poiché l’intervento sembra non fosse andato nel migliore dei modi, Maurizio aveva subito un nuovo intervento a settembre e un nuovo tampone con esito sempre negativo. Si recava a seguito dell’intervento pressoché quotidianamente nell’ospedale di Polistena per essere medicato. Nonostante ciò, Maurizio si lamentava con mia sorella di fortissimi dolori alla gamba, con emissione di pus e sangue da dove era stata praticata l’incisione”.
e conclude:
“Per setticemia si moriva ancora nell’Ottocento. Non lascerò nulla di intentato per individuare e colpire possibili responsabilità”
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