Storie di Malasanità
Trasfusione di sangue sbagliata: muore una donna
Un tragico evento quello della trasfusione di sangue sbagliata, avvenuto a Monza, che ha portato alla morte una donna di 84 anni. Fatale lo scambio della sacca di sangue per un’omonimia.
Questo incidente mette in luce i rischi e le paure legate agli errori medici che potrebbero colpire altre vittime, evidenziando l’importanza della corretta gestione dei dati personali e dell’identificazione precisa in campo medico.
Trasfusione di sangue sbagliata: errore medico accertato
La drammatica vicenda ha inizio l’11 settembre a Vimercate di Monza, quando una donna di 84 anni viene sottoposta ad un’operazione ortopedica: l’esito dell’operazione è buono e sembra andare tutto per il meglio.
Tuttavia, come spesso accade in seguito ad un’operazione, alla donna viene effettuata una trasfusione di sangue, un procedimento che dovrebbe risultare privo di rischi in quanto molto comune in ambito medico chirurgico.
In seguito alla trasfusione, la paziente è immediatamente vittima di crisi emolitica tanto da necessitare un ricovero in rianimazione: la donna viene quindi immediatamente trasferita in terapia intensiva, dove però, purtroppo, perde la vita.
Solo le indagini successive al decesso hanno potuto rivelare la verità: la trasfusione era stata eseguita con un tipo di sangue sbagliato a causa dell’omonimia tra la paziente e un’altra persona con lo stesso cognome.
Un caso raro ma possibile
Il termine “omonimia” si riferisce a una situazione in cui due individui condividono lo stesso cognome e nel campo sanitario può portare a conseguenze potenzialmente mortali, come nel caso dell’ospedale di Vimercate.
Sebbene casi del genere siano estremamente rari, questo evento funge da forte richiamo all’importanza di protocolli di sicurezza rigorosi.
Nonostante siano eventi rari, non sono sconosciuti nel mondo medico: si stima che questi incidenti si verifichino circa una volta ogni 2,5 milioni di trasfusioni.
Considerando che in Italia vengono effettuate circa 630.770 trasfusioni di sangue all’anno, il tasso di incidenti è piuttosto basso ma questo evento è la conferma che, anche se rari, alcuni casi sono possibili.
Errori medici: è importante prevenirli
In seguito a questo tragico incidente è stata avviata un’indagine sull’evento e gli ispettori del Centro Nazionale Sangue hanno valutato eventuali lacune nelle misure di sicurezza.
Per prevenire errori del genere, esistono protocolli rigorosi e linee guida per le trasfusioni di sangue.: questi includono un’identificazione completa del paziente e test di compatibilità in laboratorio. Marker di identificazione specializzati, come braccialetti codificati, vengono utilizzati per ridurre al minimo il rischio di confusione, specialmente nei casi di omonimia.
La morte della donna di 84 anni a Vimercate rappresenta un forte richiamo all’immensa responsabilità che comporta la gestione e l’amministrazione delle trasfusioni di sangue. Sebbene errori del genere siano estremamente rari, sottolineano la necessità di una continua diligenza, il rispetto dei protocolli di sicurezza e l’importanza dell’identificazione dei pazienti nel settore sanitario.
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